Agile e leggera. Questa è la prima impressione che si ha salendo in sella alla nuova Merida One Sixty 5000. Per il test del rinnovato modello di casa Merida, siamo andati sulla mitica pista Toboga di Canova a Finale Ligure (Sv), e nel nuovissimo bike park di Viola St.Gree. I terreni misti di questi trail spettacolari ci hanno permesso di esaminare a fondo il comportamento del mezzo. Grazie al nostro test biker, Andrea Ferrero, che nella stagione 2018 correrà con questo modello.
UNICA E VERSATILE
Nel modello testato troviamo un telaio con triangolo anteriore in carbonio e quadrilatero posteriore in alluminio ad un prezzo molto competitivo (inferiore a 4000 euro) rispetto ad altri marchi. Entrando nel dettaglio, l’esperienza di Merida, entrata da poco anche nel mondo enduro, si fa notare subito con scelte azzeccate. La generosa escursione, 170 mm all’anteriore e 160 mm al posteriore, unita ad un angolo di sterzo di 65°, rendono il mezzo all’altezza delle enduro da competizione. La leggerezza del telaio, nonostante il montaggio non renda la bici leggerissima (13,9 Kg), permette un’agilità in rilancio e in uscita di curva senza rivali. Ottimo il funzionamento del reggisella telescopico prodotto da Merida anche se avremo preferito una maggiore escursione. Il passaggio dei cavi interno al telaio è molto pulito e funzionale. Infine la Yari RC 170 mm dopo l’aggiunta di due token funziona in completa sintonia con il Rock Shox Super Deluxe R 160 mm, nuovo ammortizzatore a sistema metrico. I freni Shimano M447 fanno il loro lavoro uniti a dischi di diametro notevole anche se questo bellissimo telaio avrebbe meritato dei freni un po’ più performanti. Buona la scelta delle gomme anche se all’anteriore avremmo preferito un DHF.
IN SELLA!
La nuova Merida One Sixty 7.5000 fa subito sentire il suo carattere aggressivo e competitivo. Il telaio in carbonio permette di non perdere velocità sia in entrata che in uscita dalle curve. Le sospensioni lavorano molto bene e la rendono una vera “tritasassi”. Alle basse velocità si dimostra un mezzo semplice da guidare quindi adatto anche ai neofiti. Aumentando l’andatura è d’obbligo avere una guida pulita e reattiva per assecondare l’elevata agilità della bici. Molto stabile sui salti quindi adatta a giornate in park. Inoltre si comporta egregiamente anche in salita, nonostante l’ammortizzatore non sia bloccabile, gli ingegneri Merida sono riusciti a ridurre al minimo l’effetto anti-squat permettendo di pedalare con pochissimo affondamento in modo da superare gli ostacoli senza mai perdere trazione. Possiamo quindi tranquillamente definire Merida One Sixty 7.5000 come bici ideale per le giornate di riding ma anche per chi volesse avvicinarsi al mondo delle competizioni spendendo relativamente poco.
REATTIVITA’ IMPRESSIONANTE!!!
Nulla da invidiare alle sorelle maggiore di altri marchi, questa bici merita sicuramente il podio delle enduro da comprare anche per le competizioni.
La velocità in uscita di curva e la reattività del mezzo sono davvero impressionanti e anche nei rilanci bastano due pompate e scorre via senza bisogno di pedalare. Per contro logicamente bisogna anche assecondarla perché a velocità elevate si rischia di non riuscire a gestirla non tanto perché diventa instabile ma proprio perché più si esagera e più va! Inoltre visto che anche l’occhio vuole la sua parte ha una linea pulita e aggressiva che non passa di certo inosservata.
COSA NON CI HA CONVINTO
Consapevoli del fatto che alcune scelte di montaggio sono state fatte per contenere il prezzo, essendo l’unico modello acquistabile avremmo utilizzato componenti più adatti al mezzo, superando di poco la cifra. Per quanto riguarda i freni, sarebbero anche bastati i fratelli maggiori SLX: gli M447 funzionano bene ma con rider di peso limitato. La sella un po’ ingombrante impedisce leggermente i movimenti di guida mentre il reggisella telescopico funziona bene: su una taglia M (come quella del test) andrebbe tuttavia montato, a nostro giudizio, il modello da 125 mm; non avendo possibilità di bloccare l’ammortizzatore in salita si fatica ad avere una posizione corretta. Infine nonostante sia apprezzata la scelta di posizionare la pinza del freno posteriore all’interno del carro risulta un po scomoda per smontarla sopratutto sul campo con multitool.
Concludendo la Merida One Sixty 7.5000 passa a pieni voti il nostro test e vi consigliamo di seguire la stagione gare di Andrea per vedere all’opera questo super mezzo.
Infine vi informiamo che la stessa bici test potrete noleggiarla nel nostro store per tutta la stagione 2018.
Andrea Ferrero supported by @ionactionsport @ariete @bikeribbon @fornlab @garage77 @hobbybici @merida @enduroioncup
Ph: Alex Barbera e Giulia Regini
Testi: Pastore David